La giornata di Venerdì è stata talmente ricca ed entusiasmante che mi ci è voluto un giorno intero per riprendermi e ritornare con la testa nel mondo reale. Rimando qui chi non ha mai sentito parlare di Librinnovando fino ad ora.
Mentre racimolo qualche concetto faccio ancora i miei complimenti e ringraziamenti a tutti gli organizzatori che ci hanno permesso di vivere questa giornata densa di editoria a costo zero.
Anche le mie orecchie ringraziano, perché temevano di sentire parole come: Gutenberg, Manuzio e tante altre, che invece non sono mai state pronunciate, perlomeno nelle sessioni da me seguite.
La prima cosa che ho notato con piacere è stata la fila all’ingresso, inequivocabile segnale di quella che sarebbe poi stata l’ottima riuscita dell’evento.
E sì che in genere quando si è in coda si vedono scene raccapriccianti: gente che sbuffa, scalcia, si mangia le unghie, si mette a litigare per il posto. Invece, forse complice un po’ il mio entusiasmo, si respirava un’atmosfera veramente distesa, carica più che altro di attesa e impazienza.
Appena preso posto a sedere ho potuto ammirare lo schermo con i tweet in diretta, sorvoliamo sul fatto che sono ‘orba ghecia’ (scusate il bergamaschismo) e quindi non sono riuscita a leggere nulla. ‘-.-
Sono stata contenta di vedere e sentire Cecilia Averame (@AveCecilia) parlare di Quintadicopertina e delle polistorie, di cui io avevo già avuto modo di venire a conoscenza circa un anno fa nel corso delle mie ricerche per la stesura della tesi di laurea (sull’e-book e il suo arrivo in Italia).
Mi hanno molto colpito: l’app di Elastico su Pinocchio, veramente geniale, e l’app dei tre porcellini di Jekolab. Sono un esempio tangibile di cosa può diventare il libro quando in esso convergono altri media, non a caso si parla di enhanced books. Stravolgono completamente il concetto di libro presente nel nostro immaginario e mi verrebbe spontaneo chiedere: ha ancora senso parlare di libro?
Certo i costi elevati che comportano sono un problema non indifferente, ma quel che è chiaro è che l’e-book non possa esaurirsi nella semplice trasposizione del testo cartaceo in un file elettronico, non avrebbe senso.
Io personalmente, come lettrice forte, non sono per niente interessata a questi e-book aumentati perché smettono di essere ciò che cerco in un libro: la linearità, la libertà di vedere e costruire con la mente ciò che leggo. Non voglio che qualcun altro scelga al mio posto come deve essere il “mio” libro, per me non avrebbe neanche più senso leggere così. E questo pensiero è stato ben espresso da Effe (@abcdeeFFe) nella sessione di chiusura. Ma d’altronde come un tempo diceva un tale: “de gustibus non disputandum est” e sicuramente ne vedremo delle belle nei prossimi mesi.
Dell’intervento dei BooksBlogger non voglio rivelare niente, dico solo che ognuno di loro nonostante il tempo incalzasse è stato in grado di condensare messaggi forti e veritieri in poche brevi ma efficaci parole. Rimando chiunque volesse sapere qualcosa in più sui contenuti al loro libro: “La lettura digitale e il web”, per 1,99€ direi che ne vale proprio la pena!
Insomma tirando un po’ le somme della giornata e facendo un’estrema sintesi, quello che ho potuto constatare è che nel giro di pochissimo tempo la situazione è davvero profondamente cambiata. Solo un anno fa, come accennavo qualche riga sopra, ero alle prese con la stesura della tesi, ed avevo avuto difficoltà anche solo nel reperire le informazioni che mi servivano. Erano pochi coloro che ne parlavano e in rete si assisteva a un proliferare di banali articoli apocalittici che contenevano quest’orrenda espressione: “morte del libro cartaceo”. Buona parte degli editori aveva un atteggiamento di chiusura, e i pochi con un catalogo (ridotto) di titoli digitali si muovevano molto cautamente.
Oggi, e #librinnovando ne è la testimonianza lampante, quasi tutti (gli editori) hanno capito l’importanza del mercato e-book e vogliono essere presenti. I numeri sono ancora irrisori ma, come già sostenevo l’anno scorso, non vanno letti in modo statico. I tassi di crescita parlano chiaro: volenti o nolenti, è in atto una rivoluzione che sta ridefinendo i ruoli della filiera editoriale. E quel che è bello, citando un articolo di Granieri, è che il lettore si ritrova ad essere al centro del libro! Il lettore forte, amante della carta, che a priori dice di no all’e-book, è un lettore che potrebbe arricchirsi ma ancora non lo sa perchè è troppo spaventato dal cambiamento per vedere tutte le opportunità che ha dinanzi. Sta a noi, lettori forti, convertiti alla nuova religione digitale, aiutarli ad aprire gli occhi.
Per ora chiudo, ma non è tutto. A presto! :)