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#librinnovando: il punto di vista del lettore forte

27 domenica Nov 2011

Posted by marcellaV in Eventi

≈ 2 commenti

La giornata di Venerdì è stata talmente ricca ed entusiasmante che mi ci è voluto un giorno intero per riprendermi e ritornare con la testa nel mondo reale. Rimando qui chi non ha mai sentito parlare di Librinnovando fino ad ora.

Mentre racimolo qualche concetto faccio ancora i miei complimenti e ringraziamenti a tutti gli organizzatori che ci hanno permesso di vivere questa giornata densa di editoria a costo zero.
Anche le mie orecchie ringraziano, perché temevano di sentire parole come: Gutenberg, Manuzio e tante altre, che invece non sono mai state pronunciate, perlomeno nelle sessioni da me seguite.

La prima cosa che ho notato con piacere è stata la fila all’ingresso, inequivocabile segnale di quella che sarebbe poi stata l’ottima riuscita dell’evento.
E sì che in genere quando si è in coda si vedono scene raccapriccianti: gente che sbuffa, scalcia, si mangia le unghie, si mette a litigare per il posto. Invece, forse complice un po’ il mio entusiasmo, si respirava un’atmosfera veramente distesa, carica più che altro di attesa e impazienza.

Appena preso posto a sedere ho potuto ammirare lo schermo con i tweet in diretta, sorvoliamo sul fatto che sono ‘orba ghecia’ (scusate il bergamaschismo) e quindi non sono riuscita a leggere nulla. ‘-.-

Sono stata contenta di vedere e sentire Cecilia Averame (@AveCecilia) parlare di Quintadicopertina e delle polistorie, di cui io avevo già avuto modo di venire a conoscenza circa un anno fa nel corso delle mie ricerche per la stesura della tesi di laurea (sull’e-book e il suo arrivo in Italia).

Mi hanno molto colpito: l’app di Elastico su Pinocchio, veramente geniale, e l’app dei tre porcellini di Jekolab. Sono un esempio tangibile di cosa può diventare il libro quando in esso convergono altri media, non a caso si parla di enhanced books. Stravolgono completamente il concetto di libro presente nel nostro immaginario e mi verrebbe spontaneo chiedere: ha ancora senso parlare di libro?
Certo i costi elevati che comportano sono un problema non indifferente, ma quel che è chiaro è che l’e-book non possa esaurirsi nella semplice trasposizione del testo cartaceo in un file elettronico, non avrebbe senso.
Io personalmente, come lettrice forte, non sono per niente interessata a questi e-book aumentati perché smettono di essere ciò che cerco in un libro: la linearità, la libertà di vedere e costruire con la mente ciò che leggo. Non voglio che qualcun altro scelga al mio posto come deve essere il “mio” libro, per me non avrebbe neanche più senso leggere così. E questo pensiero è stato ben espresso da Effe (@abcdeeFFe) nella sessione di chiusura. Ma d’altronde come un tempo diceva un tale: “de gustibus non disputandum est” e sicuramente ne vedremo delle belle nei prossimi mesi.

Dell’intervento dei BooksBlogger non voglio rivelare niente, dico solo che ognuno di loro nonostante il tempo incalzasse è stato in grado di condensare messaggi forti e veritieri in poche brevi ma efficaci parole. Rimando chiunque volesse sapere qualcosa in più sui contenuti al loro libro: “La lettura digitale e il web”, per 1,99€ direi che ne vale proprio la pena!

Insomma tirando un po’ le somme della giornata e facendo un’estrema sintesi, quello che ho potuto constatare è che nel giro di pochissimo tempo la situazione è davvero profondamente cambiata. Solo un anno fa, come accennavo qualche riga sopra, ero alle prese con la stesura della tesi, ed avevo avuto difficoltà anche solo nel reperire le informazioni che mi servivano. Erano pochi coloro che ne parlavano e in rete si assisteva a un proliferare di banali articoli apocalittici che contenevano quest’orrenda espressione: “morte del libro cartaceo”. Buona parte degli editori aveva un atteggiamento di chiusura, e i pochi con un catalogo (ridotto) di titoli digitali si muovevano molto cautamente.

Oggi, e #librinnovando ne è la testimonianza lampante, quasi tutti (gli editori) hanno capito l’importanza del mercato e-book e vogliono essere presenti. I numeri sono ancora irrisori ma, come già sostenevo l’anno scorso, non vanno letti in modo statico. I tassi di crescita parlano chiaro: volenti o nolenti, è in atto una rivoluzione che sta ridefinendo i ruoli della filiera editoriale. E quel che è bello, citando un articolo di Granieri, è che il lettore si ritrova ad essere al centro del libro! Il lettore forte, amante della carta, che a priori dice di no all’e-book, è un lettore che potrebbe arricchirsi ma ancora non lo sa perchè è troppo spaventato dal cambiamento per vedere tutte le opportunità che ha dinanzi. Sta a noi, lettori forti, convertiti alla nuova religione digitale, aiutarli ad aprire gli occhi.

Per ora chiudo, ma non è tutto. A presto! :)

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Frammenti sparsi di Engaging the reader

23 mercoledì Nov 2011

Posted by marcellaV in Eventi

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Con grande piacere apro ufficialmente questo blog con un post su Engaging the reader, che lo scorso 14 Novembre mi ha vista spettatrice affascinata di una serie di tavole rotonde popolate da personaggi veramente interessanti.

Per chi non avesse la benché minima idea di cosa sia stato Engaging e volesse sapere cosa si è perso rimando al link ufficiale qui o all’hashtag #Engaging11. Comunque in sintesi è stato il workshop del master in Professione editoria dell’ Università Cattolica di Milano, a mio parere veramente ben fatto.

A distanza di una settimana o poco più, scemato l’entusiasmo iniziale, posso dire ciò che mi ha colpito maggiormente e mi è rimasto impresso. Per non annoiare nessuno condenso il tutto in qualche punto essenziale. :)

  • M. Mezza (giornalista Rai), il giornalismo 2.0 – Il web è un’innovazione sociale che si basa sulla cooperazione tra eguali, che sta portando alla disintermediazione: distribuire informazioni sta diventando una pratica sociale di massa e in realtime. Compare la sesta w del giornalismo: while, che implica la necessità di comunicare la notizia nel momento stesso in cui avviene.
  • Ancora M. Mezza – L’ e-book non cambia solo la lettura, ma anche la scrittura. Si passa dal broadcasting al browsing: l’utente non si ferma a leggere le pagine, ha ansia di navigare di più, cliccare di più. Questo sta portando all’affermazione del design della scrittura: il giornalista deve saper costruire un’architettura dell’informazione.
  • Concetto che emerge dalle varie esposizioni – L’editoria digitale implica non tanto di adattare i contenuti esistenti a nuove piattaforme ma di ripensare i contenuti stessi. Ritornando alle parole di Mezza, da una prima fase di traduzione dal cartaceo al digitale stiamo passando alla seconda in cui il punto chiave è: scrivere nel digitale.
  • Oliver Reichenstein di IA fa un’interessante disquisizione applicando i principi della retorica all’architettura dell’informazione (di questo intervento parlerò in un post più approfondito). A suo parere, e io concordo in pieno, le case editrici nel realizzare i loro prodotti digitali non stanno facendo attenzione alla grafica. Il risultato è una versione elettronica amatoriale, risultato di una cruda trasposizione del cartaceo in ambiente digitale.
  • A. Antonietti, docente di psicologia ci parla della lettura come atto sociale ed emotivo e pone un fondamentale quesito: “Le tecnologie digitali possono amplificare la dimensione socialedella lettura?”. Lascio a voi lettori la risposta!(Su quest’ ultimo punto, per chi fosse interessato ad approfondire, mi torna in mente quello che scriveva G. Granieri qualche tempo fa in questo articolo.)

Questi sono solo dei piccoli assaggi di un’intera giornata dedicata all’ editoria digitale, giornata intensa e stimolante. Unica nota negativa: il tempo tiranno che non ha permesso di fare molti approfondimenti, ma d’altronde non possiamo farci niente, tutte le cose belle prima o poi finiscono!

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