Tag
biblioteche, digitale, ebook, editoria, ereader, librinnovando
Sabato 28/04 ha avuto luogo il convegno librinnovando sul futuro dell’editoria, ospitato dall’Università Tor Vergata di Roma.
Dopo la mia entusiasta partecipazione all’edizione milanese di novembre (2011) ho deciso di replicare per la ricchezza, qualità e rarità di un evento che del tutto gratuitamente si pone come occasione di dibattito, spunto, riflessione e punto d’incontro tra i diversi protagonisti della filiera editoriale.
Ci tengo a sottolineare che librinnovando non è solo un convegno che nasce e finisce in un’unica giornata, è molto di più! Librinnovando vive e cresce giorno dopo giorno alimentandosi della passione e delle energie profuse dai suoi fantastici organizzatori.
Con mio rammarico non ho potuto essere presente fisicamente, ma ho seguito l’eccezionale diretta streaming, saggiando ancora una volta come la tecnologia arrivi laddove l’uomo non può arrivare. Sì è vero, mi sono persa tante percezioni sensoriali che avrebbero reso l’esperienza più viva (lo dice bene @tazzinadi nel suo post), ma ho ugualmente potuto fruire dei contenuti e non perdermi i bellissimi interventi che si sono susseguiti nell’arco della giornata.
Ed ora veniamo a cosa mi è rimasto, un succo iperconcentrato e per niente esaustivo dei tre panel che ho seguito. Per gli ultimi due che, mea culpa, non son riuscita a seguire rimando agli eccelenti storify: Vendere ebook il prezzo giusto, L’autopubblicazione e gli editori.
I lettori che siamo, i libri che vogliamo
@roncaglia risponde alle domande della splendida @luisacapelli
- Laddove c’è un mercato digitale ben sviluppato la lettura digitale compensa il mercato della carta.
- Il ritardo digitale è un handicap e gli editori che si arroccano sulla carta danneggiano la loro situazione.
- Il libro è una forma di organizzazione della complessità, a cui si stanno affiancando nuovi strumenti culturali e nuovi modelli di testualità.
- Gli editori tradizionali hanno paura del passaggio al digitale e più che esserne protagonisti attivi e propositivi lo subiscono. Si sta creando una forte divisione tra quest’editoria e la micro-editoria che invece guarda al cambiamento con entusiasmo e spirito d’iniziativa, pur non avendo i forti mezzi di sostentamento di cui dispone la prima.
Cito il saggio tweet di @mediadigger che colpisce nel segno: “La strategia dei grandi editori sia: vai avanti tu, è rischioso, ma poi coglieranno i frutti perché hanno maggiori risorse” - Domanda retorica: è una politica saggia cercare di ridurre l’espansione della vendita online per contrastare i grandi player come Amazon?
L’adozione di un formato aperto e condiviso, senza DRM, sarebbe per essi un colpo molto più forte.
DIANORA BARDI
In questo panel ritrovo con emozione un volto noto, quello di Dianora Bardi, insegnante del Liceo scientifico Lussana di Bergamo, tra i cui banchi sono orgogliosamente passata e cresciuta pure io, in un tempo non molto remoto.
Intervento vivo e sentito il suo, ci parla della propria esperienza didattica: l’insegnamento senza libri e tramite l’adozione di Ipad! Gli allievi creano un proprio libro di testo mescolando contenuti di diverse fonti informative e condividono in cloud il materiale didattico. Qui, in un pdf, i dettagli e le considerazioni della prof!
Dianora prospetta la possibilità di microacquisti: acquistare non l’intero manuale scolastico ma solo il contenuto che interessa, creando così percorsi di apprendimento personalizzati che tengano conto dell’identità ed individualità della classe.
Oggi la scuola è dinanzi a studenti che parlano linguaggi diversi e deve rinnovarsi ed aggiornarsi per interagire con essi e guidarli nella formazione. Potrebbe sembrare banale, ma per molti non lo è, quindi è meglio ribadirlo!
Qualcuno del pubblico fa notare che non tutti gli insegnanti hanno le competenze che questo progresso tecnologico richiede e l’atmosfera subito si scalda. Dianora critica apertamente la resistenza di colleghi che di fronte alla mancanza di fondi per corsi di aggiornamento rifiutano di formarsi a spese proprie.
La cito: “Il docente deve capire che ha un obbligo formativo educativo, che ha l’obbligo morale di aggiornarsi e se non lo capisce deve cambiare mestiere!”.
Il ministero non risponde alle esigenze della scuola che viene dimenticata e abbandonata, ma Dianora non ha intenzione di aspettare lamentosamente la venuta del messia: “Facciamo la formazione dal basso visto che dall’alto non arriva!”.
Che dire se non: Dianora Bardi for president! Avercene di insegnanti come lei che lottano con passione e con il cuore per una scuola che sia al passo con i tempi e in grado di dialogare e prendere per mano gli studenti.
DINO BALDI
Responsabile digitale di Giunti Scuola
Ci rivela le sue linee guida:
- Il libro in sé come monolite non può più essere: la dimensione dell’oggetto di apprendimento deve essere cambiata.
- Passaggio da oggetti di apprendimento ad AMBIENTI DI APPRENDIMENTO
- Da una logica chiusa ed autoreferenziale a una logica di dialogo, aperta tra tutti gli attori del sistema.
- Evoluzione verso un modello di business più aperto e flessibile: l’editore non deve essere più solo venditore di prodotti ma anche di servizi.
Anche in questo intervento emerge l’assenza delle istituzioni e la necessità che il ministero crei condizioni di contesto che permettano all’editore di progettare in libertà e senza vincoli paradossali, come l’attuale obbligo di realizzare cd-rom per le scuole sprovviste di internet.
AGOSTINO QUADRINO
Garamond edizioni
- L’editoria scolastica a stampa è già morta e si sta facendo accanimento terapeutico. Bisogna prendere atto del cambiamento che c’è già stato: gli studenti non fanno più riferimento esclusivo al libro di testo.
- Oggi la conoscenza si costruisce insieme, sono gli utenti che valutano i contenuti non è più il marchio dell’editore che certifica la qualità.
- Il libro di testo tende alla ripetizione ed è un sistema chiuso che non dialoga con il mondo. Oggi conoscere non è ripetere, è costruire! E questo modello di costruzione del contenuto dev’essere applicato all’editoria.
- Il mestiere editore è mettere in comunicazione chi ha qualcosa da dire con chi vuole ascoltare quello che ha da dire. E questo sarà sempre il ruolo dell’editore, indipendentemente dal supporto.
Biblioteche o piazze virtuali?
ANTONELLA AGNOLI
Ricchissimo il suo intervento sulla funzione odierna delle biblioteche: piazze del sapere, luoghi di ritrovo e socializzazione. Rimando al suo libro: Le piazze del sapere.
Mostra la propria preoccupazione (sensata) sul DIGITAL DIVIDE. Il rischio che le innovazioni tecnologiche tocchino solo una minoranza della popolazione, ossia chi ha già le skills, le competenze per usare la tecnologia, tagliando fuori chi invece è incapace di usare internet. Per l’ennesima volta le tecnologie vanno ad ampliare la possibilità di chi ha già gli strumenti mentre le biblioteche devono rivolgersi alla maggioranza della popolazione.
In Italia, si sa, si legge poco e il quesito del momento a cui si dovrebbe cercare di rispondere è: come fare ad ampliare la cerchia di lettori?
Ed ecco che di nuovo torna un appello forte ed inequivocabile alle istituzioni, cito: “Le biblioteche devono far parte dei servizi indispensabili che uno stato civile e democratico deve dare ai proprio cittadini!”
GIULIO BLASI
@giulio_blasi
Ci parla dell’esperienza di Media library online (@M_L_O_L), biblioteca digitale su cui non mi dilungo a parlare, lo farò più avanti.
Ricorda che: “i prestiti digitali in biblioteca non sono delle vendite mancate, sono vendite di altro tipo!”. E sottolinea la necessità dell’attività di mediazione del bibliotecario per comunicare la biblioteca digitale agli utenti: tramite segnalazioni interne, eventi, attività e corsi.
LUCIANA CUMINO
Biblioteca civica di Cologno Monzese
Testimonia il progetto Books ebooks: prestito di e-readers ed e-book in biblioteca.
Sostiene, riprendendo un concetto introdotto da Antonella Agnoli, che gli ebook non dovrebbero creare ulteriore digital divide, ma essere alla portata di tutti. Per questo a Cologno Monzese si cerca di aiutare gli utenti in difficoltà, fornendo loro tutte le informazioni di cui possono avere bisogno tramite: manuali per l’uso degli e-reader, video, podcast, focus group e istruzioni di persona al momento del prestito.
E di nuovo, in chiusura, il discorso assume sfumature politiche. Alle domande: “Chi finanzia il progetto?” e “Qual è la posizione del ministero verso questi esperimenti pilota?”, Luciana Cumino rivela che i finanziamenti sono giunti dalla regione Lombardia e dal comune di Milano. Ancora una volta il ministero è assente, non sostiene la sperimentazione.
E questo è un segnale forte, inequivocabile che dovrebbe farci riflettere!
Mi scuso se mi sono dilungata ma volevo condividere qualche concetto sperando possa essere spunto per una riflessione più approfondita.
Ringrazio davvero con tutto il cuore ogni singolo organizzatore che ha reso possibile #librinnovando, che ho seguito direttamente in mezzo ai libri (cartacei) della “mia” biblioteca pensando concretamente al modo migliore per introdurre in essa il digitale senza che crei panico e scompiglio tra utenti un po’ restii ai bit!
Mi congedo, sperando di non avervi annoiato a morte, e per chi ci sarà ci vediamo in fiera a Torino (@SalonedelLibro)!